lunedì 31 agosto 2015

CARPA KOI

Dopo l’incidente, la mia vita è cambiata. Non so se lo sapete, alludo a quell’incidente, quello che mi capitò circa tre anni fa. Allora ero rispettato, avevo una buona posizione: facevo l’arbitro internazionale nelle gare di tiro del giavellotto, e la mia posizione era appunto al centro del campo, tra le linee bianche del settore di caduta. Ero però nella traiettoria del lancio di un atleta cubano, e se ancora vi state chiedendo in che parte del corpo venni colpito, vi basta digitare il mio nome e “video imbarazzante” su YouTube. Dall’incidente mi ripresi abbastanza rapidamente, almeno dal punto di vista fisico… per la mia dignità invece è stato fatale, e da allora odio Cuba e i giochi di parole. Vista la hasta? Evidentemente no, sennò non saremmo ancora qui a parlarne!
Comunque, in seguito al mio incidente, e al mio nuovo ruolo sociale di fenomeno da baraccone, per me tutto è andato peggiorando. Ok, forse non avrei dovuto prestarmi a quello spot sui grissini, ma era la mia occasione di apparire in tv!
Sono diminuite drasticamente anche le mie chances di rimorchiare delle ragazze. Ecco, se prima avevo zero possibilità di far buona impressione, adesso mi ritrovo a esplorare il matemagico mondo dei numeri negativi. Una volta ho chiesto a un’amica di uscire, e per provarmi come ciò fosse più improbabile di un qualsiasi altro evento improbabile, mi ha portato un cammello conficcato nella cruna di un ago. Ho risolto comunque il problema, tutte le volte che ho voglia di sentirmi dire “spogliati!” da una donna, vado a fare un esame cardiaco e mi faccio auscultare dall’infermiera. Almeno lei mi fa togliere la maglietta. E poi posso donare il sangue, che è sempre un fluido corporeo. Insomma, ci si accontenta.
C’è una cosa però, che non riesco a sopportare. Io me ne sto qui, senza riuscire a relazionarmi con il gentil sesso, quando potrei essere estremamente utile al Mondo e alle Forze del Bene. Ecco, pensate a quello che sto per dirvi. Io vedo tutte queste ragazze, belle, alte e bionde, che cercano sempre di accoppiarsi con ragazzi belli, alti e biondi… Sapete come si chiama questa cosa? Nazismo. È il sogno di Hitler, gli ariani che vanno con gli ariani e si preserva la razza pura. Terribile, no? Credo che Hitler piangerebbe, se un po’ di belle ragazze copulassero con me, invece che con Sir Parsifal e i superuomini. Ciò manderebbe all’aria tutti i suoi piani, e questo sarebbe davvero un bel gesto antifascista.

Non voglio lamentarmi, però. Fortunatamente il mare è pieno di pesci, e forse da qualche parte c’è, pronta per me, una femmina di carpa koi abbastanza miope e che non ha ancora visto quel video da seimila visualizzazioni dove giro con un giavellotto nel culo…


martedì 25 agosto 2015

ANIMALI MORTI

Poesia del mercoledì #1

Il pesciolino rosso morto
va giù, per lo scarico del water.
Il criceto morto
va giù, per lo scarico del water.
Il canarino Fischiatore
morto purtroppo per aver fatto indigestione di becchime
va giù, per lo scarico del water.
Io ancora mi chiedo:
come fanno quelli del Circo Orfei
ogni volta che muore un elefante?


domenica 23 agosto 2015

SARCOFAGIA


Quattro filosofi esistenzialisti di Costanza decisero di divorarsi uno dopo l'altro per cogliere il significato della vita nell'atto terribile di togliersela.
Il primo filosofo concluse che la vita era inutile, e si lasciò mangiare dal secondo. Il secondo concluse che la vita era fugace e si lasciò mangiare dal terzo. Il terzo concluse che la vita era preziosa e si lasciò mangiare dal quarto. Il quarto concluse con un dessert.



ANACOLUTO DI NICOPOLI

Anacoluto (in greco Anakóluthon, "privo di un seguito"; Hierapolis, 50 circa – Nicopoli d'Epiro, 130 circa) è stato un filosofo greco antico, esponente del paradossismo di epoca romana.
Le notizie certe che si hanno sulla vita di Anacoluto sono molto poche. Di lui esistono pochissimi ritratti scultorei, e tutti di attribuzione incerta, spesso confusi con quelli di Epicuro se visti da dietro. La biografia del filosofo scritta da Flavio Arriano è andata perduta, o forse l'ha detto solo per giustificarsi non avendola mai finita. Metà degli studiosi sono concordi nel fissarne la nascita tra il 30 e il 100 d.C., gli altri tentano di indovinare a caso. Visse probabilmente sotto l’impero di Nerone, dei Flavi, di Traiano e di Adriano, ma a causa del suo carattere schivo e riservato, uscì raramente di casa. Nacque nella città di Ierapoli allora in Frigia, o comunque passò dalla locanda "Da Efisios", come si attesta dallo scontrino chilometrico di una cena non pagata, addebitata a suo nome. È anche documentato che Anacoluto fosse di madre schiava (un'iscrizione sui bagni di una stazione termale lo vuole figlio di genitori entrambi schiavi figli di Troia, città ove si combattè la celebre guerra) e che, nato schiavo lui stesso, tale sia rimasto per molti anni. Fu poi comprato da Ermafrodito, ex schiavo liberato divenuto la potente e ricchissima sexy segretaria di Nerone. Pare che Anacoluto fosse di salute cagionevole e fu descritto come zoppo o monco o cieco, oppure tutte questi difetti insieme. Celso accerta la versione che avesse spesso l'alito pesante. La schiavitù e la scarsa salute gli permisero comunque di coltivare la passione per la filosofia, di cui divenne un maestro indiscusso. Anacoluto rimase schiavo per tutta la giovinezza e, se prendiamo per buona la sua nascita verso il 50 d.C., fu liberato tra l'85 e il 90, anni in cui l’imperatore Domiziano cominciò a perseguitare i filosofi. In seguito al bando di Domiziano, Anacoluto si ritirò in Epiro, nella piccola città greca di Nicopoli. Qui si dedicò con successo all'insegnamento, aprendo una scuola filosofica che formò molti cinici, e fu infine chiusa dagli ispettori dell'igiene pubblica quando si sparse voce che si trattava in realtà di "molte ciMici".
Nei suoi ultimi anni di vita, nonostante le umili origini, Anacoluto ebbe grande fama come fine pensatore e stupì tutti i suoi contemporanei quando all'apice del successo, vanificò ogni sforzo riuscendo a dimostrare la sua non esistenza.


Da allora, non si seppe più niente di lui.


ON DIRAIT LE SUD

E poi c'è questo paesino, con una bottega e trentadue denti del sorriso della merciaia.
Le caramelle alla menta sono finite, dice, ma il cuore ce l’ha in faccia e me lo dà.
Trentadue lenzuoli bianchi stesi ad asciugare al sole, si direbbe il Sud.

venerdì 7 agosto 2015

YUK YUK!

Era un mezzogiorno caldo e appiccicoso e non tirava un filo d’aria. Al lato del marciapiede c’era l’auto della polizia, che i vicini avevano chiamato circa un’ora prima. Da quell’auto era sceso un commissario ciccione, con un risibile parrucchino. C’era tutto un nugolo di gentaglia, facce curiose dei vicini e anche qualcuno venuto lì apposta dalla campagna. Un’orda di mosche intorno alla merda. Come fu che il poliziotto ciccione scelse proprio me, non lo so. Me ne stavo appoggiato allo steccato a pensare ai cazzi miei! Guardavo anche da un’altra parte: stavo fissando un cane giocare con un barattolo.
“Tu”, mi fece “lo conosci il tizio che abita qua?”
“Certo che lo conosco”, risposi io “tutti in paese sappiamo chi è. Una volta era imbottito di soldi e faceva la bella vita a Hollywood. Era uno del cinema!”
“Pieno di fighe”, pensai anche, poi riflettendo mi dissi: “So mica quanto pieno di fighe, mai visto con una figa. Forse gli piace l’uccello? Tutti svitati questi attori…”
Mi dice, il ciccione: “Mettiti una maglia e vieni con me, aiutami a sfondare la porta!”
In effetti, me ne stavo lì in pieno sole a coltivarmi un cancro alla pelle, ero scorticato. Qualcuno mi buttò la canotta, che avevo lasciato ad asciugare dopo che quello stronzo del Nano mi ci aveva rovesciato sopra la birra.
Con due spallate, la porta che era di vecchio legno marcio, cedette.
Ora, non m’immaginavo uno scenario troppo festoso, una volta oltrepassata la soglia. Altrimenti i vicini non avrebbero chiamato la polizia. Prima il Tizio del Cinema non raccoglie la posta per giorni, poi non risponde al telefono o non apre a nessuno neanche se ti dimentichi il dito pigiato al campanello. Me lo immaginavo mummificato sul divano, con l’uccello in una mano e il telecomando in un'altra, stroncato nel bel mezzo di un infarto mentre si guardava sulla pay tv uno dei suoi porno sodomiti. Entrati nella casa, che era lurida, la polvere s’alzò e volteggiò e c’era un puzzo di stantio che veniva da un sacco di cose. La spazzatura era ammucchiata in ogni angolo e avremmo potuto raccogliere gomitoli di ragnatele per rifarci un intero guardaroba di maglioni invernali. La luce che colava dalle tende logore illuminò un oggetto penzolante, che era ovviamente l’inquilino che non rispondeva al campanello. Era appeso per il collo come una salama da sugo. Ecco, quindi come si presentava lo scenario:
una bella merda, complessivamente. E lo costatai reggendo la testa sudaticcia del commissario Basettoni che vomitava tutta la sua cicciosissima cena del giorno prima.

Ci fu il funerale, il giorno dopo. Tutta la Topolinia che conta era presente. Topolino con Minnie, Eta Beta, il professor Zapotec. Nelle prime file dei banchi della chiesa vidi perfino il celebre magnate sfondato di grana, Paperon De’ Paperoni. E poi un’interminabile processione di fan che si accalcavano per toccare la bislunga bara di legno bianco di Pippo.




Prossimamente al cinema, non perdetevi le avventure di Topolino e la sua nuova spalla Jake Gyllenhaal!