Carne d’uomini e svellere di budella e polpe madide di
visceri che s’avviluppano in brandelli di cristiani nei pezzi di maomettano che
si squarciano e si straziano nel rantolo del crepitio del boato del fracasso
dello sconquasso dell’agonizzante grido disperato delle vedove stuprate dall’architrave
divelto delle rovine dell’orrido macello che s’infilza nella punta delle lance
che trafiggono lo stupro delle vergini nelle verghe insanguinate di salnitro e
zolfo e vomito di Satanasso che avvampano nelle fiamme omicide di veleno e
sangue viperino che sbaraglia con scannafossi e casematte dentro la terra, fra
nebbia di calcine e peci e trementine che scaglia la marmaglia saracina tra le
picche che sventrano gli scagliosi e duri usberghi luridi di fango e ventri e
frattaglie sciolte in furibondi fiotti nella fiumana vermiglia e al gran fragore
che si sente nei pianti disperati che si smorzano in ululi strozzati.