Mosca: “Ho deciso
di donarti la libertà, amico pesce! Non sarai più confinato in questa gabbia di
vetro, simbolo dell’oppressione umana!”
Pesce: "…"
Mosca: “Certo,
capisco le tue obiezioni. Ti senti al sicuro nella tua boccia, ma non puoi
fingere di essere felice. C’è tutto un mondo, qua fuori, che meriti di conoscere. Ad esempio, poco distante
da qui, c’è una bella merda fumante, calda ed accogliente, ed è un peccato che
non puoi goderne.
Pesce: "…"
Mosca: Fidati di
me, ti farò uscire in un battibaleno.
Detto ciò, la mosca si avvicina all’orecchio di Camillo
Ferdinando, che è seduto al pianoforte a comporre una complicata melodia in
tempi dispari. “Zzzzzz”, fa la mosca, rompendo i coglioni. Camillo Ferdinando
tenta di spiaccicarla al volo, ma la scaltra stronzetta volante gli sfugge e
prende a girargli intorno. Ecco che Camillo Ferdinando le lancia contro una
copia arrotolata del Corriere, mancandola clamorosamente ma centrando in pieno
l’acquario.
Crash.
Mosca: Eccoti
libero, amico mio. Và, esplora il mondo, vivi la tua vita più intensamente che
puoi!
Pesce: "…"
Mosca: No, un
bicchiere d’acqua non ce l’ho. Ti posso offrire della Pepsi!

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