martedì 17 novembre 2015

LA MALEDIZIONE DI TOHYOTAYARS III

Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré era pronto a partire per la spedizione.
Al Club per gentiluomini c’era un piccolo rinfresco in suo onore, e tutti i barbogi del mondo dell’archeologia, etnologia, linguistica e antropologia fisica, erano lì, a dargli pacche sulle spalle e a inghiottire tartine all’uovo. C’era il professor Gebhard Ottokarl Groß Klein Flugzeugwerke, appena rientrato dalla sua missione in Palombia, dove aveva rinvenuto un esemplare di pterodattilo perfettamente conservato a cui aveva insegnato a bestemmiare. C’erano i gemelli lettoni Ivars e Sergej Michajlovič Jansons, scopritori delle rovine della mitica città di Troie e del ricco tesoro di re Priapo, composto prevalentemente da falli lignei.
Nell’ampio salone, con le barbe piene di briciole dei tramezzini e le tasche piene di argenteria rubata, tutto il notevole mondo accademico-geriatrico faceva bella mostra di sé, come se si trattasse di un’Esposizione Universale di vecchi australopitechi imbalsamati olezzanti di naftalina.
Il professor Flugzeugwerke prese parola, e subito si scusò per le trivialità proferite dal suo pterodattilo, anche se l’aveva sentito solo dire “polka da nonna” e “polpo tristo”. Poi si rivolse verso Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré e gli augurò buona fortuna, in nome di tutti.

Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas era nato in un piccolo paese della Franca Contea, quinto dei quindici figli del commerciante di bidet Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas senior.  Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas senior si tolse la vita quando il piccolo Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas aveva appena cinque anni, in seguito alla bancarotta della sua ditta, e al fallimento dell’utopia di diffondere il bidet in Francia. Fu il padre a trasmettere a Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas l’amore per l’arte e per i grandi sogni difficili da realizzare. Il giovane Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas ottenne i suoi primi successi come trafficante d’arte e contrabbandiere, inoltre si arricchì vendendo ai musei francesi tutti i bidet invenduti del padre, spacciandoli per ceramiche originali cretesi del periodo neopalaziale. Sposò la marchesa de Latarte-Saint Honoré per ottenere un titolo nobiliare, e così finalmente fu ammesso al Club per gentiluomini di cui sopra, il primo monopalla dall’epoca della fondazione.
Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré era finalmente riuscito a farsi finanziare una spedizione in terra d’Egitto alla ricerca di misteriosi tesori, la spedizione che l’avrebbe consacrato tra i pionieri immortali dell’archeologia, o per lo meno l’avrebbe reso l’archeologo monopalla più celebre della storia.
Era tutto pronto. Alle valigie e alle scartoffie avrebbe pensato il giovane Bernard Albert, detto Bébert, il nuovo tuttofare.

A questo punto, va spesa qualche parola sulle precedenti spedizioni di Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré.
La prima spedizione, anche detta “Spedizione Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré 1” ebbe luogo vent’anni prima. Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré era un giovanotto rampante alle sue prime truffe. Aveva rubato una mappa a un antiquario vichingo ed era certissimo di trovare il tesoro di Erik il Rosso in Groenlandia. Partì con 25 marinai danesi e una muta di husky, si perse nelle nevi e tornò bello grassoccio che ce li aveva tutti nello stomaco, ma del tesoro neanche l’ombra. Spiegò che aveva dovuto mangiarsi i danesi per non morire di fame e per non lasciare i cani a digiuno, poi aveva mangiato anche i cani perché gli era rimasto un languorino.

La “Spedizione Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré 2”, il marchese se la finanziò con i proventi del suo ultimo libro di cucina, “25 modi per cuocere un danese al polo nord”. Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré si era messo in testa di scoprire i resti della mitica Xanadu in una zona bellicosa dell’Africa subsahariana, ed era partito con 6 collaboratori svizzeri (che sono più digeribili dei danesi). Furono rapiti, seviziati e divorati dai cannibali, così dissero i giornali. Si salvò solo Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré, che poi tornò nella zona per le spedizioni 3 e 4, con altri assistenti grassocci. Dopo dieci anni di esplorazioni in Africa tra i cannibali, che nessun altro tranne lui aveva mai visto, Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré tornò in Europa a mani vuote e paffuto come un porcellino.

Per riabilitare la sua figura davanti all’intero mondo accademico, Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré sarebbe partito per una VERA spedizione archeologica in un VERO paese in cui si è soliti fare spedizioni archeologiche. E si sarebbe messo a dieta. Avrebbe portato con sé solo Bébert, un gracile ragazzetto di campagna che era tutto pelle e ossa.
Henri Pacôme Hégésippe Adélard Stanislas, marquis de Latarte-Saint Honoré si accommiatò dai suoi illustri colleghi. Stava per lasciare il Club per gentiluomini, quando improvvisamente divampò intorno a lui uno spaventoso incendio. I tendaggi e gli arazzi erano già tutti in fiamme quando per effetto dei miasmi, svenne privo di sensi. L’ultima cosa che sentì fu il grido dello pterodattilo del professor Gebhard Ottokarl Groß Klein Flugzeugwerke, che urlò qualcosa come “Mia donna puritana di Oporto”, probabilmente in direzione di una ragazza portoghese. Poi il fuoco ebbe ragione su tutto.

Alcuni mesi dopo, il giovane Bébert, unico superstite della strage, riuscì a finanziarsi una spedizione in Egitto con i proventi del suo ultimo libro di cucina, “Grigliata d’antropologo”. Morì d’indigestione sotto il sole del Cairo.
Un'altra vittima della maledizione dei faraoni.

mercoledì 11 novembre 2015

ANCORA TRENTA SECONDI DI UNIVERSO

Voglio raccontarti tutto dall'inizio, partendo da 13,7 milioni di anni fa.
In principio era il Vuoto, e dal Vuoto, per una debole fluttuazione quantistica, sono emersi con il lacerante scoppio del Big Bang, l'Universo, la Materia, il Tempo, lo Spazio…
Questo l'ha detto Einstein. Ci credi a Einstein, giusto?
Se Einstein ha dei buoni motivi per cominciare proprio dall'alba dei tempi, beh, perché non dovrei farlo anch’io?
L'Universo è nato 13,7 miliardi di anni fa, dicevo. Si parla di miliardi, e tu riesci a quantificarlo, un miliardo? Prova a contare a voce alta da uno a un miliardo. Ipotizza per comodità il ritmo di un numero al secondo, e vorrei vederti, ad esempio, a pronunciare seicentoottantacinque-milioni-quattrocentosettantaseimila-trecentoottantacinque in un secondo. Occorrono più di trent'anni per arrivare alla fine, contando ininterrottamente per ventiquattro ore al giorno, tutti i giorni.
Conteggiando i 13,7 miliardi nell'ambito ristretto di un anno solare, tutta la nostra civiltà occupa solo gli ultimi trenta secondi.
Immagina di comprimere in un anno tutta la vita dell'Universo: il Big Bang si genera il 1° Gennaio, con i botti di Capodanno, mentre le prime galassie si formano solo a fine Marzo. Il 2 Maggio nasce la nostra galassia, la Via Lattea. Il Sistema Solare, senza fretta, trova la sua stabilità, il 29 Agosto.
Due atomi d'idrogeno si combinano con uno d'ossigeno per la prima volta un mese dopo, siamo al 29 Settembre e finalmente fluisce l’acqua nel nostro pianeta. Passato un altro mese, in Ottobre, abbiamo il DNA. A metà Novembre avviene il miracolo della Vita, che non è altro che una noiosa ripetizione monocellulare asessuata. Il 10 Dicembre ecco le prime cellule eucariotiche sessuate, il maschio e la femmina. Il 20 Dicembre inizia la deriva dei continenti con la progressiva dissoluzione della Pangea. Il 21 Dicembre, negli oceani nuotano finalmente i pesci, che entro la mattina del giorno successivo, evolvendo pinne e branchie, generano gli anfibi. A Natale, sotto l'albero addobbato, troviamo i Dinosauri. E il giorno dopo, alcuni animali, per proteggere le uova dai predatori, smettono di deporle, trattenendole all'interno del proprio corpo; ecco quindi i primi mammiferi. Il 29 Dicembre, verso sera, un asteroide del diametro di 10 km impatta nello Yucatàn, sconvolgendo il clima e provocando l'estinzione di molte specie tra cui i Dinosauri, che per quattro giorni se la sono spassata. Verso mezzanotte vediamo ergersi imponenti, le catene montuose delle Alpi e dell'Himalaya. Giunti al 30 di dicembre, dell'uomo ancora nessuna traccia, anche se alcune scimmie, cominciando a cambiare dieta, introducono nell'organismo aminoacidi indispensabili per l'accrescimento del cervello. Il 31 Dicembre, alle ore 21, i pre-ominidi cominciano ad assumere saltuariamente la posizione eretta. Mezz'ora dopo, il loro cervello è divenuto circa il doppio di quello delle scimmie più evolute. Alle 23, l'homo habilis, camminando eretto, impara ad utilizzare i primi strumenti. 23.30, la conquista del fuoco. Negli ultimi trenta secondi di Universo, nel continente eurasiatico si diffonde l'homo sapiens-sapiens, nella sua gola la laringe scende fino a formare una camera vocale per articolare i fonemi, e così nasce il linguaggio.
Finisce la Preistoria, alfabeto e scrittura ci portano nel mondo della storia. L'uomo scopre la ruota e il tornio. Abramo conduce gli Ebrei in Palestina, Hammurabi stende il primo codice di leggi. Mosè riceve i 10 comandamenti, in India vengono completati i Veda. Ramses II regna in Egitto, mentre Achille, Ulisse ed Agamennone conducono i Greci all'assedio di Troia.
Solo negli ultimi cinque secondi viene fondata Roma, in Grecia si svolgono le prime Olimpiadi. La nascita di Cristo è l'inizio della nostra era, Augusto è il primo imperatore Romano. È passato solo un secondo ma l'Impero Romano è caduto. Passano poche frazioni di secondo e alla Mecca nasce Maometto. In un battito di ciglia, Cristoforo Colombo sbarca in America, nascono Galileo e Martin Lutero. Ultimo secondo, ora.

Quest’ultimo secondo, che contiene tutto l'Universo che è in espansione, contiene anche noi. Contiene me, ma contiene anche te e sarà così per sempre.
E questo è il posto più esclusivo della Storia.

mercoledì 4 novembre 2015

VANTIN & DIO NEMICIAMICI

Gianfransuà Vantin era l’Uomo Mite della Bibbia. Pagava le tasse, faceva la raccolta differenziata, se emetteva una flatulenza particolarmente odorosa, la dichiarava.
Il suo rapporto con Dio era però conflittuale. Gianfransuà e Dio erano nati lo stesso giorno (il 25 dicembre), avevano frequentato la stessa Sinagoga e le stesse scuole medie. Spesse volte erano stati inseparabili. Altrettanto spesso avevano litigato. Erano insomma “nemiciamici”, come Red e Toby. Dio era senz’altro Toby, il cane.